Emozioni post-partum

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Se siamo oneste, ammetteremo sicuramente tutte che sia in gravidanza che dopo il parto abbiamo avuto vari momenti di disagio, confusione, sconforto, tristezza, insicurezza, paura e ansia.

Ci siamo sentite tutte, almeno qualche volta, spaesate, a terra, sopraffatte e senza speranza. E' così?
Magari sono stati momenti rari o brevi, o magari sono stati periodi più lunghi e intensi.
Queste emozioni sono normali in qualsiasi esistenza, figuriamoci in quella di una quasi mamma o di una neo-mamma!
Però è bene sapere che se anche sono momenti normali e che capitano a tutte, questo non vuole dire che dobbiamo rassegnarci o abbandonarci a queste emozioni in solitudine e non chiedere aiuto. Inoltre, ci sono casi in cui l'intensità, la frequenza e l'impatto di questa sofferenza sono esageratamente elevati e influiscono sul funzionamento della persona. In questi casi si parla di patologia, non per incolpare la donna, ma tutt'altro, e cioè per capire meglio come intervenire e come aiutarla.

Facciamo un po' di chiarezza:
BABY o MATERNITY BLUES
L’80-90% delle neo-mamme ne soffre a 3-4 giorni dal parto, ha un’intensità lieve e non persistente per tutto il giorno, si risolve al massimo nel giro di 2 settimane. Sicuramente è spiacevole e stressante, ma è una condizione normale dovuta alle conseguenze dei cambiamenti ormonali sull’assetto biochimico del nostro corpo (cervello compreso) e dovuta anche agli aspetti psicologici che il parto può comportare (approfondirò più avanti in un altro articolo).
Non è necessario intervenire con alcun tipo di cura, proprio perché è una reazione normale che si risolve gradualmente da sé.

DEPRESSIONE POST PARTUM
Detta anche depressione post natale, riguarda il 10 – 15% delle donne che hanno partorito, non necessariamente con il primo figlio, ed è una forma più intensa e duratura del baby blues.
Insorge verso la 3° o 4° settimana dopo il parto, ma viene solitamente individuata fra il 4° e il 6° mese e può durare anche 1 anno o 2. 
In questo caso, quando viene riconosciuta, è bene intervenire rivolgendosi, in primis ad uno psicologo-psicoterapeuta che sarà in grado di aiutare la donna e attivare una rete che possa sostenere la mamma, il bambino e l'intera famiglia. 
In molte città, è previsto un servizio di consulenza psicologica gratuita per le neo-mamme per esempio presso i Consultori.

PSICOSI POST PARTUM
Colpisce lo 0,001% delle donne nel primo mese del puerperio ed è caratterizzato da episodi di perdita del contatto con la realtà, per es. allucinazioni, deliri e comportamento disorganizzato e non riconoscibile come normale comportamento della donna stessa.
In questo caso l'intervento dev'essere tempestivo perché è possibile che la neo-mamma metta in atto comportamenti pericolosi per sé e/o per il bambino. 
Se vi state allarmando, riguarda la percentuale di donne che colpisce... E se foste ancora in dubbio, state tranquille che qualche familiare se ne sarebbe già accorto.

Come ormai si sa, alla base di questi stati d'umore c'è sicuramente più componenti, una bio-chimica, quella psicologica, ma anche una culturale.

Ecco alcune credenze/aspettative irrealistiche e falsi miti sulla gravidanza e l’essere mamme, che inducono o aumentano il disagio, il Baby Blues, la Depressione post partum:

  • Le donne in gravidanza sono sempre felici.
  • Essere incinta non interferirà col mio lavoro e il mio stile di vita.
  • Avere un bambino migliorerà il mio matrimonio e la mia vita in generale.
  • La nascita di un bambino deve essere un momento esclusivamente gioioso.
  • L’attaccamento verso il proprio bambino avviene spontaneamente ed è privo di sentimenti negativi o ambivalenti.
  • Se sono depressa significa che non mi importa del mio bambino e/o che sono una cattiva madre.
  • C’è qualcosa di sbagliato in me se non riesco a cavarmela da sola.
  • Nessuno è capace di prendersi cura del mio bambino come potrei farlo io.
  • La madre deve sapere meglio degli altri cosa si deve fare.
  • La mamma deve essere perfetta.
  • Passerà tutto da solo fra poco. Sono solo stanca.
  • La donna, stando a casa, ha tutto il tempo che vuole e può occuparsi di tutto.

Qualcuna di queste aspettative vi è familiare? Magari non solo vostra, ma anche di chi vi sta vicino?
E' importante essere consapevoli che sono pensieri e aspettative non realistiche e spesso proprio sbagliate, che è bene rivedere e modificare il prima possibile. Se non si riesce in autonomia, sarebbe utile farsi aiutare.
Modificare queste idee e convinzione significa poi fare azioni conseguenti e cioè:

  • Sapere e accettare che ci saranno alti e bassi in gravidanza e anche dopo
  • Essere incinta prima ed essere madre poi cambierà sicuramente il nostro stile di vita, iniziamo da subito ad apportare cambiamenti graduali e ad essere flessibili
  • La nascita di un bambino può portare gioia, ma non solo! Di solito porta con sé un insieme di emozioni sia piacevoli che difficili. Sono tutte normali e se le accogliamo senza criticarci, non ci faranno tanto male.
  • L'attaccamento al bambino è allo stesso tempo qualcosa di semplice e naturale ma anche complesso. Ne parlerò in altri articoli, ma è importante sapere che non sempre è immediato e soprattutto è caratterizzato da emozioni ambivalenti, anche questi normali.
  • Se fatichi a prenderti cura del tuo piccolo e non ne hai le forze, non è perché sei incapace, cattiva o menefreghista. Forse sei stanca, triste, o comunque hai bisogno di aiuto e chiederlo non è un segno di debolezza ma di coraggio.
  • Da un lato è vero che se siamo quelle che passano più tempo con il bambino, allora siamo quelle che lo conoscono meglio, ma nessuno nasce "imparato" e non è solo responsabilità nostra. Tutti i familiari devono e possono imparare a conoscerlo, per prove ed errori, e dare il loro contributo. Pian piano possiamo costituire una squadra, una rete che lavora in modo (più o meno) sinergico o almeno ci prova!
  • Se le emozioni difficili e spiacevoli prevalgono nelle tue giornate e nella tua settimane e se ti guardi "da fuori" non ti riconosci o non ti sembra di essere lontanamente la mamma che vorresti essere, allora forse è ora di cercare aiuto! Prima rivolgiti ai familiari e poi anche ai servizi pubblici o privati della tua città che possano darti una mano.

Se mi scrivi in privato tramite la mia pagina Facebook posso aiutarti a cercare uno psicologo adatto alla tua situazione nella zona in cui vivi.

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