I “terribili 2” anni dal punto di vista del bambino

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*****Questo articolo è dedicato a tutti i genitori con figli di 2 anni (ma anche 1, 3 ecc).
Quello che leggerai non vuole essere una critica a nessun genitore, ma piuttosto uno spunto, un promemoria e un incoraggiamento per mettersi nella prospettiva del bambino di 2 anni. Perché a volte se ci mettiamo nei suoi panni, non vediamo più i terribili 2... ma vediamo un bambino che sta scoprendo sé stesso e il mondo e che vuole imparare, con i suoi tempi e i suoi modi .***********
 
DAL DIARIO DI UN BIMBO DI 2 ANNI

Caro diario, oggi mi sono svegliato con molta energia e pieno di speranze, volevo vestirmi da solo! Ma mi è stato detto "No, non abbiamo tempo, lascia che lo faccia io, che faccio prima".
Questo mi ha reso triste.
 
Volevo fare colazione, e bere dalla tazza come mamma e papà, ma mi è stato detto "No, che poi sporchi troppo, sei ancora piccolo, prendi il biberon."
Questo mi ha fatto sentire frustrato.
 
Volevo andare in macchina e salire da solo, ma mi è stato detto: "No, dobbiamo andare, non abbiamo tempo. Ti metto su io."
Questo mi ha fatto piangere.
Quando siamo arrivati volevo uscire dall'auto da solo, ma mi è stato detto "No, non ci riesci e ti fai male, ti aiuto io".
Questo mi ha fatto venire voglia di scappare e ho fatto i primi passi, ma mi hanno urlato di non farlo e io mi sono accasciato a terra, urlando anche io per lo spavento.
 
Sento qualcuno che dice che non c'è niente da piangere, che sono davvero difficile, che sono sicuramente i terribili 2. Ma qui non siamo in 2, ci sono solo io. Allora forse vuole dire che io sono terribile 2 volte? E piango ancora di più.
 
Più tardi volevo colorare ma mi è stato detto: "non si tiene così il pennarello, ma così... e chiudilo subito appena hai finito" e allora così non avevo più voglia di colorare. Sono passato a giocare con i blocchi, ma mi è stato detto "no, non metterli così, ma fai così, così ..."
Ho deciso che non volevo più giocare con i blocchi. Volevo giocare con una bambola che aveva qualcun altro e con cui sembrava si stesse divertendo, al contrario mio.. quindi l'ho presa. Mi è stato detto "No, non farlo! Devi imparare a giocare insieme e condividere".
Non ho capito bene cosa ho fatto, ma mi ha rattristato. Così ho pianto. Volevo un abbraccio ma mi è stato detto "No, dai su non è niente, stai bene, vai a giocare".
 
Obbedisco e salgo sulla mia nuova bici senza pedali, finalmente mi diverto! Ma poi mi sento dire "Attento, non così veloce, vai più piano che così ti fai male". Questo ammonimento mi coglie di sorpresa, perdo la concentrazione e anche la coordinazione, mi sbilancio e cado. Sto per piangere, per la delusione oltre che per il dolore, ma sento una voce seccata che mi dice: "Ecco, te l'avevo detto che ti saresti fatto male... così impari. Smettila di piangere che te la sei cercata". Ma invece, io piango ancora di più e non so bene perché, ormai il dolore al ginocchio non lo sento più.. ma piango e mi dispero lo stesso. E intanto mi dicono: "Su, dai, non piangere e alzati, che non ti sei fatto niente!". Sono confuso.. ma non mi avevano detto che mi sarei fatto male?
 
Non faccio in tempo ad alzarmi da solo che due mani mi mettono in piedi e mi viene detto che è ora di mettere via tutti i giochi.
Io vorrei farlo, ma non so bene cosa fare, non so dove devo metterli, sto aspettando che qualcuno me lo mostri.
"Cosa fai? Perché stai lì in piedi? Metti a posto tuoi giocattoli, ora!”
Non mi è stato permesso di vestirmi, di mangiare da solo o di muovere il mio corpo per arrivare dove dovevo andare, ma ora mi viene chiesto di mettere via le cose.
Non sono sicuro di cosa fare. Qualcuno dovrebbe mostrarmi come farlo? Da dove comincio? Dove vanno a finire queste cose? Sento tante parole, ma non capisco cosa mi viene chiesto. Provo a fare qualcosa ma mi dicono che non va bene. Ho paura e non mi muovo per qualche istante. Poi mi stendo sul pavimento e piango.
 
Sento qualcuno che dice che non c'è niente da piangere, che sono davvero difficile, che sono sicuramente i terribili 2. Ma qui non siamo in 2, ci sono solo io. Allora forse vuole dire che io sono terribile 2 volte? E piango ancora di più.
 
E' quasi sera e finalmente arriva a casa, aspettavo questo momento da stamattina! Corro subito per essere preso in braccio e mostrare quanto sono contento, ma mi schiva e dice: "Aspetta un attimo che prima devo cambiarmi e andare in bagno". Mi intristisco, forse non ha voglia di vedermi? Ah ecco ci sono, so cosa devo fare.. condividere e giocare insieme come mi dicono sempre! Corro in camera e prendo uno dei miei trattori preferiti e dico: "Tieni, giochiamo insieme!" e mi sento dire: "Non adesso, non posso, più tardi, dopo cena!".
Sono deluso e triste, perché non funziona neanche se cerco di giocare insieme come dicono sempre? Piango e butto i trattori,  sono proprio irritato! 
Mi sento dire: "Se butti così i tuoi trattori, allora li prendo io e non ci giochi più" e allora io per impedirlo mi butto e colpisco la sua mano che sta afferando i trattori. "NOOOO, non si picchia, lo sai che non si fa!".
Davvero so che non si fa? Sono confuso.. mi è stato detto proprio oggi di non prendere di mano i giochi degli altri... ma allora perché me li stanno portando via? E perché adesso non va bene picchiare, se l'altro giorno le ho prese perché "non mi piace quando fai così, sono stanc* e arrabbiat* e adesso smettila". Anche io sono stanco, arrabbiato e non mi piace quando mi prendono le cose. Allora perché non posso picchiare, ma loro possono farmi totò? Queste regole non le capisco e non mi piacciono e piango. Però ora che ci penso, forse ho sbagliato, ho provocato dolore, mi dispiace, chissà se mi vuole ancora bene.. singhiozzo con tanto di mescolino.
 
Sento qualcuno che dice che non c'è niente da piangere, che sono davvero difficile, che sono sicuramente i terribili 2. Ma qui non siamo in 2, ci sono solo io. Allora forse vuole dire che io sono terribile 2 volte? E piango ancora di più.
 
Quando era ora di mangiare volevo prendere il mio cibo con la forchetta, ma mi è stato detto "no, sei troppo piccolo, non lo sai fare, è pericoloso e poi sporchi." Questo mi ha fatto sentire piccolo.
Ho provato a mangiare il cibo davanti a me, ma forse non l'ho messo bene perché qualcuno continua a darmene ancora e guardarmi con preoccupazione, come se stessi sbagliando qualcosa e continua a dire "Ecco, prova questo, mangia questo..." e mi sbatte le cose in faccia.
Non volevo più mangiare, ma mi sentivo costretto. Questo mi ha fatto venire voglia di lanciare cose e piangere. E allora poi vengo sgridato perché a tavola i bambini bravi, i grandi non fanno così. Mi piacerebbe provare a fare come gli altri, come i grandi e i bravi e allora rovescio l'acqua dal bicchiere per far vedere che poi so asciugare, come fanno loro quando per sbaglio si rovescia qualcosa e si deve rimediare. Ma non faccio in tempo a svuotare il bicchiere, che sento urlare: "Ma nooo, non si gioca a tavola, come te lo devo dire?? E adesso mi tocca asciugare tutto, non ne posso più!". Anche io non ne posso più di stare a tavola, se non va bene niente di quello che faccio.. vorrei scendere e andare a giocare. 
Ma non posso scendere perché nessuno me lo permette, perché dal seggiolone non riesco e ho chiesto una sedia, ma non si può.. perché sono troppo piccolo e non posso, è pericoloso. Continuano a dire che devo dare ancora un altro morso, l'ultimo cucchiaio. Questo mi fa piangere di più e mi sento dire "Perchè mi fai questo? E' una sfida? Fai il bravo, altrimenti niente dolce". Io pensavo di dover mangiare perché ho fame, non per fare contenta la mamma o per avere una torta in premio. E poi anche se ci provo non so come farlo, non sto sfidando nessuno o forse sì, ma solo me stesso, per imparare.
Sono deluso e frustrato e non ho più voglia di mangiare.
Sono affamato, irritato e triste. Sono stanco e ho bisogno di qualcuno che mi abbracci, mi coccoli. Non mi sento al sicuro, né tranquillo, né capace. Questo mi fa paura. Piango ancora di più.
 
Sento qualcuno che dice che non c'è niente da piangere, che sono davvero difficile, che sono i terribili 2. Ma qui non siamo in 2, ci sono solo io. Allora forse vuole dire che io sono terribile 2 volte? E piango ancora di più.
 
Finalmente la cena è finita e non vedo l'ora di giocare con mamma e papà come mi hanno promesso stamattina e anche quando sono tornati a casa! Che bello! Questo è il momento più atteso di tutta la giornata, sono felice e sono carico.. mi vengono tantissime idee per giocare con loro per divertirci insieme. Ma perché hanno quelle facce serie e forse anche un po' seccate? Mi dicono: "Dai che ora di andare a letto, lavarsi i denti, cambiarsi e dormire". Ma io non ne ho voglia, finalmente mi sto divertendo con le mie persone preferite.. e poi chi ha voglia di andare a lavarsi i denti e cambiarsi se non mi lasciano fare perché dicono "Dai è tardi, faccio io che faccio prima.. No il dentifricio lo metto io sennò sporchi dappertutto".
E allora esplodo...No no, io non smetto di giocare, non metto via i giochi e non vado in bagno.. sono stanco, ma punto i piedi, devo resistere perché è troppo importante per me! E poi quando vado a letto è buio, loro vanno di là e io sono da solo. Inizio a piangere per cercare di convincerli, si arrabbiano, mi arrabbio anche io e poi mi accorgo che non ci stiamo più divertendo e che forse sono arrabbiati con me e mi dispero perché non è così che doveva andare.
 
Sento qualcuno che dice che non c'è niente da piangere, che sono davvero difficile, che sono i terribili 2. Ma qui non siamo in 2, ci sono solo io. Allora forse vuole dire che io sono terribile 2 volte? E piango ancora di più.
 
Caro diario, anche oggi è andata così... Ho 2 anni e sono pieno di energie e di speranze, voglio tanto bene ai miei genitori. Ma non mi lasciano vestire da solo, non mi permettono di muovere il mio corpo come e dove voglio, non mi è permesso di sperimentare, sporcare, sbagliare per imparare.
Tuttavia, dovrei sapere come condividere, riordinare, "ascoltare", "obbedire" o "aspettare un attimo".
Ci si aspetta che sappia cosa fare, come farlo e come gestire le mie emozioni. Si aspettano che stia fermo o che sappia che se lancio qualcosa potrebbe rompersi...
Ti assicuro che io vorrei davvero sapere queste cose, ma ancora NON le so. E come posso imparare se non mi fanno provare?
Se non mi è permesso esercitare le mie abilità di correre, salire, arrampicarmi, spingere, tirare, chiudere la zip, abbottonare, spremere il dentrifricio, usare le posate, versare, servire, lanciare o fare cose che so di poter fare, cose che mi interessano e mi incuriosiscono...come posso imparare e crescere?
 
Ho 2 anni. Io non sono terribile...sono pieno di energie e di speranze e anche frustrato, dispiaciuto, deluso, triste, arrabbiato, sopraffatto e confuso.
Non sono ancora capace di capire e affrontare da solo tutto quello che càpita dentro di me, che sento. Ho bisogno che qualcuno me lo mostri, non tanto con le parole..che non sempe capisco, ma con l'esempio.
Ho 2 anni. Ho bisogno di un abbraccio, di un sorriso, una carezza, di ridere e piangere, di tempo per provare, sporcare, rompere, sbagliare e riprovare. 👧🧒👦👨‍👩‍👧👨‍👩‍👦
 
 
***** Con questo articolo non intendo giudicare, criticare, biasimare o far sentire in colpa nessuno.Tutti facciamo una o più di queste cose, almeno una volta al giorno, se non di più! 
Questo articolo vorrebbe essere un aiuto, uno spunto, originato da un esercizio di presa di prospettiva che ho fatto su me stessa, per mettermi nei panni di mio figlio di 2 anni, dietro i suoi occhi e dentro la sua pelle. Per aiutarmi a comprenderlo, invece che giudicarlo.
E quando ho in mente questo, le cose fra noi vanno molto meglio.. non ci sono sfide, capricci e terribili 2, ma solo un bimbo che cresce e vive i suoi primi successi e le sue prime sconfitte e tutta l'altalena di emozioni che seguono... e una mamma a volte stanca, ma più serena, amorevole e  soddisfatta perché più vicina alla mamma che vorrebbe essere! Insomma, un circolo virtuoso di comprensione, connessione e fiducia reciproci!
Spero che possa essere d'aiuto a tutti i genitori...con l'augurio che possano, almeno ogni tanto, mettersi nei panni dei loro figli e vedere la situazione dalla loro prospettiva.*****

Ma allora cosa posso fare nei momenti di crisi?

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